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Nuovi racconti filosofici di Antonio Cosentino. La tecnica tende a sostituire l'uomo dell'umanesimo col cyborg, nella prospettiva di un postumanesimo tutto da esplorare nelle sue possibili impliazioni. Cosa ha da dire un filosofo di fronte a tutto questo? Quel che vediamo intorno a noi è un progressivo indebolimento e riduzione della complessità e della profondità dell'intelligenza umana. La nostra mente sta forse assumendo la tecnica come canone per il pensiero? Nella creazione e gestione degli algoritmi i filosofi potrebbero dare un insostituibile contributo di umanizzazione, stando, in questo caso, in una posizione molto privilegiata: nella "stanza dei bottoni", per così dire. Auguri!